L’ANEI vuole ricordare il 27 dicembre 1947, il giorno in cui venne promulgata quella che ancor oggi rimane, nei principi fondamentali, una fra le migliori, se non la migliore, Carta costituzionale del mondo. Il 75° compleanno della Costituzione che sancisce la sconfitta del fascismo e la nascita della democrazia, essenza della nostra repubblica.
Avremmo voluto che anche la seconda carica dello Stato scegliesse questa commemorazione piuttosto che quella della nascita del Movimento Sociale Italiano, un partito che non ha mai nascosto la sua continuità ideale con il fascismo di Salò. Bisogna dare atto all’on. La Russa di aver sempre manifestato apertamente le proprie opinioni e in questo caso ha fatto riferimento alle scelte del padre, che sono state anche le sue, ma è soltanto in uno Stato democratico e non sotto la dittatura fascista che si possono operare delle scelte.
Non possono esserci fraintendimenti, se fosse rimasto in Italia il fascismo, a cui gli epigoni del MSI si ispiravano, non avremmo avuto la libertà e la democrazia che hanno permesso anche al MSI di avere dei propri rappresentanti in Parlamento.
Democrazia e fascismo sono antitetici, difficile pensare ad «idee rispettose della Costituzione italiana» se non si prendono chiaramente, e non in modo selettivo, le distanze dal fascismo, quelle che ancora attendiamo da chi rappresenta le istituzioni repubblicane democratiche.
Troppe volte si è ribadito che la Costituzione è antifascista per non riflettere sul significato di questo aggettivo. La libertà e la democrazia sancite dalla nostra Costituzione sono state ottenute grazie alla sconfitta del fascismo, giunta per merito degli Alleati, ma anche del contributo di tutti coloro che hanno combattuto con le armi o senza, come i nostri IMI, contro chi si era schierato con l’occupante straniero.
Non crediamo che la commemorazione della nascita del MSI abbia una valenza storica, ma se ne ha una nostalgica e cameratesca, perché non farlo in privato senza esporsi ai riflettori mediatici, soprattutto da parte di chi deve essere al di sopra di qualsiasi formazione politica? Riflettori che illuminano una zona d’ombra che permane nel nostro Paese e non vorremmo anche nelle nostre istituzioni: la mancata presa di coscienza delle responsabilità storiche del fascismo che non si possono ridurre alla sola, sia pure abominevole, legislazione razziale contro gli ebrei, ma investono tutti gli aspetti della dittatura.
Dalla feroce persecuzione degli avversari politici, al controllo della vita dei cittadini, alla negazione dei diritti delle donne, alle guerre di aggressione contro altri popoli, alla distruzione dell’Italia nella Seconda guerra mondiale, con i conseguenti lutti della nostra popolazione e di quelle degli altri popoli aggrediti. Per non parlare dell’ultimo periodo di sostegno all’occupante tedesco contro chi combatteva per la libertà della Patria, e della corresponsabilità nello sterminio dei cittadini italiani ebrei.
Questo attendiamo da chi rappresenta le nostre istituzioni grazie al voto democratico, una decisa condanna del fascismo in toto, perché l’Italia possa finalmente restare nel consesso europeo senza ambiguità, riconoscendo, come hanno fatto i tedeschi, le colpe di un passato che il sacrificio di chi ha combattuto, sofferto, ed è morto per sconfiggere la dittatura fascista, ha riscattato.
Ora partigiani, IMI, militari del Corpo di liberazione italiano e tutta la popolazione che ha lottato per la libertà e la democrazia attendono che le istituzioni repubblicane seguano il loro esempio.
Roma, 29 dicembre 2022.